Le mini piattaforme elevatrice per disabili sono una tipologia particolare di piattaforme elevatrici. Il termine “mini” suggerisce molto, ma spesso il termine viene frainteso. Infatti, a risultare ridotte rispetto ai modelli normali, non sono necessariamente le dimensioni della piattaforma. Vale la pena inquadrare il dispositivo per quelle che sono le sue reali caratteristiche e le sue reali funzioni.
Anche perché le mini piattaforme elevatrici forniscono spesso un contributo decisivo alla mobilità delle persone con difficoltà fisiche. Ecco dunque una piccola panoramica, qualche precisazione e una stima dei costi.
Una definizione di mini piattaforme elevatrici per disabili
Il concetto di mini piattaforma elevatrice per disabili è spesso oggetto di fraintendimenti. Il mini infatti non sta a indicare una piattaforma più piccola, più stretta o meno profonda. Non sempre, perlomeno. In ogni caso, non è il suo tratto distintivo.
Il “mini” si riferisce all’altezza che può raggiungere. Dunque, le mini piattaforme elevatrici sono piattaforme pensate per superare dislivelli minimi, come quelli cagionati da un mezzanino o che coprono un unico piano abitativo.
Per il resto, la funzione è la medesima: consentire alle persone con difficoltà motorie, e nello specifico costrette sulla sedia a rotelle, di aggirare le scale e raggiungere una superficie posta a un’altezza superiore.
Anzi, la loro installazione si rende necessaria in quanto tali dislivelli sono raramente serviti da un ascensore. Pensiamo per esempio ai pochi gradini che separano il piano di terra dall’entrata di un edificio, o gli immobili che constano solo del primo piano.
L’alternativa, almeno nel primo caso, è l’installazione di scivoli, ovvero di pedane di collegamento inclinate. Esse sono comunque scomode e pericolose se la persona sulla sedia a rotella non ha la forza sufficiente per affrontare pendenze importanti.
La differenza tra mini piattaforme elevatrici e piattaforma elevatrice per disabili a scomparsa
Le mini piattaforme vengono confuse anche con le piattaforme a scomparsa. In effetti, la destinazione d’uso e persino i contesti di installazione sono simili, se non addirittura identici.
D’altronde, le piattaforme a scomparsa sono per definizione mini piattaforme, o almeno dispositivi atti a consentire il superamento di piccoli dislivelli.
Il meccanismo è suggerito dalla stessa espressione “a scomparsa”: sono piattaforme che si alzano secondo un movimento a fisarmonica. Quando a riposo, aderiscono in maniera più o meno fedele alla superficie, per poi elevarsi fino all’altezza desiderata.
Sono dunque “invisibili” e per questo molto apprezzate da chi non vuole compromettere o modificare il profilo dell’immobile. Ovviamente non sono dotate di cabina (non serve). Pertanto, servono altezze minime, persino inferiori alla maggior parte delle “semplici” mini piattaforme. Vengono installate per superare i mezzanini o i dislivelli tra il suolo e la superficie d’abitazione.
I costi delle piattaforme elevatrici per piccoli dislivelli
I costi delle piattaforme elevatrici possono sembrare alti. Di base, si parle di cifre a quattro spesso superiori ai 12.000 euro. Tuttavia, si va intorno alle 9.000 se le piattaforme elevatrici devono coprire piccoli dislivelli. Se le piattaforme sono “a scomparsa”, dunque privi di molti elementi di protezione, si può scendere anche intorno ai 5-6.000 euro.
In ogni caso, la spesa è significativa. Vi è comunque una buona notizia, ovvero la possibilità di accedere ad alcune agevolazioni fiscali. Infatti, le installazioni delle piattaforme elevatrici sono considerate alla stregua di interventi di ristrutturazione, sebbene non impattino sulla struttura di un edificio. D’altronde, sono opere per il superamente delle barriere architettoniche, tema che il legislatore tratta in modo abbastanza approfondito.
E’ possibile dunque accedere alle detrazione IRPEF del 36-50%. In buona sostanza, si spende quanto dovuto e poi si detrae il 36-50% della spesa dall’IRPEF, anno dopo anno. Le aliquote sono disposte in un intervallo in quanto di norma la detrazione è al 36%, ma di volta in volta il legislatore la innalza al 50% (per la precisione, nella legge di bilancio).
Esiste anche una detrazione IRPEF del 19%, riservata però non agli interventi quanto all’acquisto di strumenti per la compensazione delle disabilità, quali in effetti sono le piattaforme elevatrici. Il pregio di questa misura è la possibilità di detrarre quanto dovuto in un solo periodo di imposta. L’aliquota è però inferiore, e inoltre la detrazione non è cumulabile a quella precedente.
C’è anche la possibilità di ottenere dei contributi statali. Tuttavia, è necessario presentare dei documenti che attestano l’invalidità e il collegamento tra tale invalidità e il dispositivo da acquistare/installare. Inoltre, coprono il 100% della spesa solo per importi bassi, mentre per quelli eccedenti ne coprono solo un quarto. Per maggiori informazioni sulle agevolazioni vi rimandiamo alla guida sulle piattaforme elevatrici.