L’installazione dell’ascensore in condominio genera sempre spesso tensioni tra i residenti e i proprietari. Queste sono in parte causate dalla complessità dell’intervento e delle normative che lo regolano, e quindi da una mancata consapevolezza di chi è chiamato a decidere.
Dunque, è bene mettere i puntini sulle “i” e fornire informazioni specifiche, che possano chiarire una volta per tutte gli aspetti più importanti: le regole da seguire (soprattutto lato delibere), costi, difficoltà e sfide.
Installazione ascensore in condominio, tra necessità e obblighi
L’installazione dell’ascensore in condominio può apparire sulle prime un intervento quasi dovuto. Sull’utilità del dispositivo non si può discutere, come non si può discutere dei disagi causati dalla sua assenza. Al netto della disponibilità di strumenti peculiari, come i montascale e i servoscala, l’alternativa all’ascensore è data dalle scale.
Ora, è evidente: chi soggiorna al primo piano e non soffre di problematiche motorie, accetta di buon grado l’assenza dell’ascensore. Chi invece abita al terzo, al quarto o al quinto e magari avverte fatica a salire le scale, la vede come una mancanza intollerabile.
Proprio questa differenza di vedute, o per meglio dire di interessi, genera tensioni e acrimonie, che sfociano – come da “tradizione” – in assemblee infuocate, in cui il dibattito si trasforma in scontro. Ne va non solo della qualità della vita di chi desidera l’ascensore, ma anche del clima in condominio.
Eppure non si possono ignorare le ragioni di chi dice no. L’installazione dell’ascensore costa, anche in condomino, anche qualora giungesse a una serena ripartizione delle spese.
A togliere le castagne dal fuoco sono da un lato i regolamenti condominiali, che di tanto in tanto disciplinano severamente l’installazione di dispositivi comuni, ma soprattutto la normativa a livello nazionale. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Come funziona l’installazione dell’ascensore in condominio
Dunque, cosa dice la legge circa l’installazione dell’ascensore in condominio?
Tanto per cominciare, l’installazione dell’ascensore in condominio rientra nella categoria “innovazioni”. Dunque, come da art. 1120 del Codice Civile richiede una maggioranza di due terzi per essere approvata in assemblea. Ovviamente si intendono i due terzi dei millesimi di proprietà, non dei proprietari. Una volta raggiunto l’accordo, e quindi deliberati i lavori, accettati i preventivi etc. si procederà con una ripartizione delle spese proporzionale alla distribuzione dei millesimi stessi. Se per esempio un proprietario possiede 40 millesimi, la sua quota corrisponderà allo 4% del prezzo totale.
L’obiettivo “due terzi” è difficile da raggiungere. Dunque, nel caso in cui la maggioranza venisse a mancare si dovrebbe rinunciare all’ascensore? In realtà no. E’ sempre l’ordinamento che, anche in assenza di accordo, chi ne avverte il bisogno può procedere con gli interventi sulle parti comuni, purché tali interventi siano finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche e purché lo faccia a proprie spese. Lo scopo è qui evidente: garantire a chi soffre di problematiche fisiche, piuttosto che veri e propri handicap, di esercitare il proprio diritto alla mobilità.
In realtà, tale possibilità non è sancita da una legge in senso stretto o da un articolo del codice civile, bensì da una sentenza della Cassazione, per giunta recente. Stiamo parlando della sentenza n. 19087 del 14 giugno 2022.
Quanto costa l’installazione di un ascensore per il condominio?
Il tema dei costi è fondamentale. D’altronde, è su questo che si giocano le maggioranze in assemblea. Spesso, rappresenta lo scoglio su cui si infrangono le speranze di portare a casa un risultato condiviso.
Dunque, è bene rispondere alla domanda: quanto costa installare un ascensore in condominio? Dipende dal tipo di ascensore e, in misura minore, dal numero dei piani coperti.
Ipotizzando un condominio “medio”, di circa sette piani, l’ascensore costerà tra gli 8mila e i 20mila euro se elettrico, e tra i 6mila e i 14mila se oleodinamico. La differenza di prezzo procede dalla differenza di tecnologie e prestazioni. Gli ascensori elettrici, come è ovvio, vengono alimentati da energia elettrica. Gli ascensori oleodinamici, di contro, vengono movimentati dalla meccanica dei fluidi. Di conseguenza, sono un po’ meno veloci.
In ogni caso, si parla di costi importanti. Ipotizzando un condominio con 10 proprietari con pari millesimi, si corre il rischio di pagare ben 2mila euro ciascuno. Nel caso si decidesse di procedere “da soli”, l’impegno sarebbe ancora più gravoso.
A giungere in aiuto è però il legislatore con le sue agevolazioni fiscali. Queste sono un po’ meno comode rispetto a qualche anno fa, non fosse altro per la messa al bando della cessione del credito, ma rimangono interessanti. Stiamo parlando delle agevolazioni fiscali per gli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, che consentono di detrarre il 75% della spesa dall’IRPEF, in cinque quote annuali. Si tratta di un “risparmio”, allorché differito, pari a tre quarti del costo totale.