L’elevatore a pantografo è una tipologia particolare di piattaforma elevatrice. Limitatamente all’uso domestico e finalizzato alla mobilità, rappresenta dunque una risorsa per gli anziani e i disabili che non possono percorrere le scale.
Ne parliamo qui, fornendo qualche informazione utile sul suo funzionamento e presentando i casi in cui si rivela utile, soprattutto in rapporto alle altre soluzioni.
Offriremo anche una stima dei prezzi e qualche precisazione sullo spinoso tema delle agevolazioni fiscali, che oggi più che mai coinvolge il mercato dei dispositivi per la mobilità personale.
Elevatore a pantografo, una soluzione per chi non può salire le scale
Il dispositivo è noto come “elevatore a pantografo” ma in realtà si dovrebbe parlare di “piattaforma elevatrice a pantografo”. Anche perché è esattamente questo: una piattaforma, variamente coperta e variamente accessoriata, che esegue un movimento verticale e consente di superare un dislivello.
Il termine pantografo riguarda i meccanismi di movimentazione, e nello specifico gli assi che collegano la piattaforma alla sua base, formando il proverbiale assetto a rombo. È proprio questo assetto a massimizzare l’impiego di energia, consentendo un radicale abbattimento dei consumi.
Ovviamente il dispositivo non va confuso con la versione riservata alle attività logistiche ed edili. Il meccanismo è simile, ma il design, le forme, le dimensioni e soprattutto la portata sono completamente diversi.
L’elevatore a pantografo riservato alla mobilità, e quindi finalizzato al superamento di un dislivello, si caratterizza per le dimensioni più contenute e per una capacità di carico inferiore, che non va oltre i pochissimi quintali. Si caratterizza anche per un design spesso ricercato, coerente con i contesti residenziali. Non a caso, nella maggior parte dei casi, il pantografo stesso è coperto da una qualche forma di rivestimento.
Quando installare la piattaforma elevatrice a pantografo
La domanda da porsi è la seguente: quando preferire l’elevatore a pantografo a tutte le altre soluzioni? Rispondere non è semplice, anche perché le alternative non mancano, a partire proprio dalle piattaforme elevatrici più comuni, alimentate mediante pompa idraulica o semplice corrente elettrica.
Soprattutto, rispondere significa prendere in considerazione le peculiarità del pantografo. La più rilevante consiste nella capacità di ottimizzare il consumo di energia elettrica, o qualsiasi altra fonte impiegata per movimentare gli assi. Lo scopo di questi dispositivi è fare molto con poco. Ne consegue che l’energia impiegata è in genere minima. Ciò impatta in maniera radicale sulla corsa massima, che nella stragrande maggioranza dei casi non supera i 2 metri.
Si giunge così a una conclusione, l’elevatore a pantografo è perfetto per superare i piccoli dislivelli come quelli generati dai pochi gradini che collegano il piano della strada alle abitazioni. Di contro, non possono essere impiegati in sostituzione dell’ascensore vero e proprio, visto che ciò richiederebbe una corsa ben più lunga.
Se si circoscrive l’installazione dell’elevatore a pantografo a queste situazioni, esso appare una soluzione persino preferibile ai più classici servoscala. Per inciso, con questa espressione si intende una pedana che segue il profilo delle scale e quindi permette a chi vi sale sopra di superare i dislivelli. I servoscala, infatti, consumano molta più energia, pur imponendo una spesa per l’installazione leggermente inferiore. Approfondiamo questo aspetto del prossimo paragrafo.
Quanto costano le piattaforme elevatrici a pantografo
Affrontiamo dunque un argomento cruciale, quello relativo ai prezzi. D’altronde, è proprio il timore di sostenere una spesa troppo elevata a disincentivare l’acquisto di dispositivi per il superamento dei dislivelli, magari a uso e consumo di anziani e disabili. I timori sono fondati, per quel che concerne gli elevatori a pantografo?
In realtà no, nel senso che tendono a costare meno rispetto alle altre piattaforme elevatrici. In ogni caso si dovrebbe mettere in conto una spesa compresa tra i 6 mila e i 9 mila euro.
Il tema dei prezzi è poi alleggerito dalla possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali. La più importante, e che riguarda in generale tutti i dispositivi che consentono in un modo nell’altro di abbattere le barriere architettoniche, permette di detrarre il 75% della spesa nel giro di cinque anni.
Il concetto stesso di agevolazione fiscale è collegato al concetto di gestione del credito e sconto in fattura, due strumenti fondamentali in quanto consentono di cedere il diritto alla detrazione e ottenere un risparmio immediato. Purtroppo il legislatore ha di recente sospeso a tempo indeterminato la possibilità di utilizzare questi strumenti.