Cabina ascensore: quali sono i prezzi e le eventuali agevolazioni? Quali ostacoli di carattere burocratico è necessario superare per portare a termine l’installazione?
La questione è complessa, un quanto riguarda da un lato in mercato dalla domanda sempre sostenuta, e dall’altro dinamiche condominiali spesso difficili da interpretare.
Ne parliamo qui, fornendo una panoramica dei prezzi e dei fattori che incidono su di essi, descrivendo le eventuali agevolazioni e offrendo indicazioni circa i permessi e i nulla osta da ottenere.
Installazione cabina ascensore: cosa sapere prima di iniziare
Tanto per cominciare, va specificato che con “cabina” si indica una componente precisa, ovvero il suo “corpo” dell’ascensore, quello che ospita le persone.
La sua importanza dunque è evidente, e ha anche fare con il grado di comfort che l’elemento offre, nonché con l’accessibilità che può garantire.
La cabina ascensore, poi, è probabilmente la componente più disciplinata dal legislatore, come dimostrano gli abbondanti riferimenti alla legge n. del 1989. Il riferimento è in particolare alle misure, che devono essere compatibili con un utilizzo in sicurezza e con l’accessibilità delle persone con difficoltà motorie.
Ciononostante, la questione cabina ascensore non può essere trattata senza tenere conto delle altre componenti, anzi senza considerare il dispositivo nel suo insieme. Se si parla di cabina ascensore e prezzi, è necessario quindi parlare dei prezzi di acquisto, installazione e manutenzione dell’ascensore nel suo complesso.
Quanto costa l’installazione dell’ascensore
Ma parlare della cabina ascensore e dei suoi prezzi significa analizzare i fattori che ne sanciscono le diversità, che rappresentano una fonte di eterogeneità.
Tanto per cominciare, a impattare sul prezzo sono le dimensioni. Le differenze non sono enormi, ma è evidentemente una cabina ascensore molto grande imponga prezzi molto più alti di una cabina ascensore molto piccola.
Un’altro fattore di eterogeneità è l’arredamento. Esatto, specie se inserito in uno stabile di un certo tenore, l’ascensore è chiamato a fare la sua parte. Alcune soluzioni spiccano per eleganza, nonché per la capacità di aderire agli stili più svariati.
Va considerato anche la presenza di alcuni accessori, i quali possono rendere più gradevole o funzionale l’esperienza in ascensore. Su tutti, lo specchio. Offre profondità visiva, aumentando la percezione dello spazio a disposizione. Può essere utile anche per consentire agli utilizzatori di “darsi una controllata” prima di uscire a affrontare il prossimo.
E per quanto concerne le cifre vere e proprie? Purtroppo siamo costretti ad adottare un approccio generalizzante, che consideri l’ascensore nel suo complesso e renda onore ai fattori che concorrono a formarne il prezzo.
Ad ogni modo, per un ascensore di media grandezza, e progettato per servire un un condominio di cinque piani, si possono spendere circa 20mila euro. Per un ascensore più imponente, che possa servire almeno dieci piani, si sfiorano senza problemi i 40mila euro.
Permessi, agevolazioni, normativa
Sono prezzi molto alti, ma che impongono due considerazioni. Raramente si provvede con il pagamento dell’ascensore in solitaria, in quanto è pensato per servire più persone. Dunque, l’impegno imposto al singolo è inferiore.
Inoltre, ad alleggerire ulteriormente il peso vi è una delle più interessanti agevolazioni fiscali, tra quelle legate all’edilizia: il bonus riservato all’abbattimento delle barriere architettoniche.
Esso garantisce la possibilità di detrarre dall’irpef il 75% della spesa nel giro di dieci anni, concretizzando dunque un risparmio notevole – allorché differito nel tempo.
Un’altra questione da affrontare è quella dei permessi. Non tanto quelli relativi ai titoli abilitativi, quanto a quelli riguardanti le dinamiche assembleari. Di base, l’ascensore grava sulle pareti comuni, dunque può essere installato solo previa approvazione dell’assemblea.
Questo può portare a una situazione paradossale: gli inquilini che effettivamente necessitano dell’ascensore, magari per sopperire a una mancanza di mobilità, vengono ostacolati da chi reputa l’ascensore superfluo e non difetta in mobilità.
Di nuovo, è la legge a intervenire sul tema, ristabilendo una situazione di equità. Ovvero, permette a chi ha bisogno dell’ascensore di poter procedere di sua sponte, di forzare il superamento della “barriera architettonica” e quindi installare l’ascensore anche se l’assemblea non ha dato il via libera. In questo caso, il diritto alla mobilità viene considerato prioritario rispetto al volere degli altri inquilini.
Tuttavia, dovrà farlo a sue spese, e non prima di aver tentato – con azioni dimostrabili documentalmente – di ottenere il consenso altrui.